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I O R
D I S
O R R
I S O
... per camminare leggere e leggeri
sui sentieri del cuore...
di Mario Bolognese
Nacque una volta, con la luna nuova, una bambina,
ricciolonero di capelli e verde di occhi. E da quando aprì gli occhi al mondo
aveva un sorriso incantevole per tutti, belli e brutti, giovani e vecchi,
stupende uccelline e gatti spelacchiati: lo stesso dolce, intenso sorriso
rivolgeva a una giovane pelle come ad una ragnatela di rughe.
Una bellissima fata di quello sperduto villaggio di montagna
si fece brutta, ma proprio brutta e vecchia e rugosa e gobba e sdentata. E
venne a visitare la neonata, per metterla alla prova, per vedere se era vero
che era nata la bambina Fiordisorriso...
Ne uscì, come ne era entrata, sborbottando e zoppicando, ma
era meravigliata e felice per l'aurora di sorriso che aveva ricevuto in dono
quell'orrendo suo volto. E così le fate, che conoscevano i segreti dei fatti
umani e le stelle visibili e invisibili della nostra vita, decisero di
ricompensare quella sorridente cucciola umana...
Sui loro libri segreti – che avevano le pagine di papavero e
betulla- avevano scoperto che un sorriso
è come una strada di luce e così donarono alla bambina la magia del viaggio, il
potere di tracciare il cammino.
I giochi della bambina, tutto quello che faceva, toccava,
annusava, diventava come un sentiero, una strada. Tante strade, diverse l'una
dall'altra, qualche volta nascoste, ma in chi si era perso ritornava la voglia
di proseguire il cammino.
Quelle strade erano un gioco e qualche volta bisognava
scoprirle per aria, con un volo di uccelli, o chiudere gli occhi perchè il
sentiero era un profumo di muschio.
E a tutti Fiordisorriso donava questa magia, alle bambine e
ai bambini perchè erano molto vicini al suo sorriso e anche a quei grandi che
non si vergognavano di giocare la vita. E nessuno era solo, perchè i mille
sentieri portavano tutti in un Posto, vicino ad una sorgente di acqua e di
fuoco.
Era questa una magia di amore, di luce, d'incontro e le fate
l'avevano donata a Fiordisorriso per volere della Madre che è nei cieli.
E c'era un segreto, un antico segreto che diceva che Fiordisorriso e la sua strada non erano
due cose diverse.
Non c'era infatti più magia per chi non sapeva camminare se
stessa o se stesso...
Fiordisorriso sapeva che quando si è in un campo di
grano le spighe sono molte ma l'incanto
è unico.
Ma una sera di strano tramonto, con le nuvole che avevano
angoli opachi, arrivarono grandi guerrieri, tre sapienti pieni di campanellini,
alcuni sacerdoti aureobrillanti e tutti erano armati di metalliche parole:
“ Ignoranti voi siete e come bambini vivete. La strada e chi
cammina sono due cose diverse. Separare è somma dottrina, fare covone è solo
triste confusione”.
Da quel momento furono inventate mappe e paracarri, confini
e rigide corsìe per i cuori vagabondi. Scomparvero i mille e mille misteriosi sentieri del
gioco, benedetti dalla Madre, e ci furono solo, dure e lucenti, le strade del
fuori.
E per le bambine e bambini e per tutti quei grandi che non
avevano venduto il sorriso, ci furono solitudine, miseria e violenza perchè è
solo la luce del cuore, dentro di noi, che illumina quello che vedono i nostri
occhi.
Fiordisorriso ora è vecchia, molto vecchia, come una luna
velata, ma traccia ancora, con occhi e cuore di bimba, tanti piccoli viottoli
incantati dietro le alte mura di quel piccolo giardino dove credono di averla
imprigionata.
Padova, 4 gennaio 2010 Mario
Bolognese
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