Articolo a cura di Claudia Bousquet
"La nuova parola ecologico-poetica"
“Una buona parola è come un buon albero, la
cui radice è profonda e i cui rami si stendono
verso il cielo. Ad ogni momento esso dà frutti eccellenti”. [1]
verso il cielo. Ad ogni momento esso dà frutti eccellenti”. [1]
Fare e scrivere poesia, può
non solo abbellire un linguaggio quotidiano, ormai impoverito e depredato da
tutte le sue delicate sfumature e ricchezze, ma può anche originare nuovo
pensiero e nuova vita .
Riscoprendo, riabbellendo e scegliendo la “ parola nuova”,
che io chiamo “ecologica”, poiché come una melodia può raggiungere il nostro e
l’altrui orecchio creando benessere, procediamo anche ad un atto di libertà
individuale e collettivo, ad un “nuovo”
modo di abbracciare senza violenza più mondi e non solo uno.
Questo processo di rielaborazione, impegnando sia il
pensiero, che il corpo , che il cuore (fonte d’ispirazione poetica), ridona
circolarità al respiro, riarmonizzando
in noi il doppio piano “terra e cielo”.
Altresì, la poesia con le
sfumature e i mondi che essa cela, è un naturale ed innato strumento di pace, interiore ed esteriore, che
consente di rispettare la soglia e lo spazio armonico, sia quello proprio che quello altrui.
Infatti, quando parliamo con
qualcuno stiamo cercando di bussare alla porta dell’altro e vorremmo che quella
porta ci venisse aperta...
il tono, la scelta delle
parole, il respiro, l’intensità dell’emissione della voce, possono permettere
di entrare armoniosamente in empatia con l’altro e di interagire in maniera
più pacifica ed ecologica con il
nostro interlocutore.
Quante volte vi sarà capitato
di provare una grande serenità dopo aver parlato con qualcuno?O di aver provato
ansia ?
Il parlare, questo comunissimo atto
quotidiano, va riscattato proprio dalla sua dimensione di sterile quotidianità
e di espressività solo logica ed anaffettiva, affinché possa riacquistare
la sua innata dignità e ricchezza di toni e di forme.
“La poesia è come un raggio di sole che illumina il cammino”, “ è come
il vento che soffia libero, senza confini” ed ancora “la poesia è come una
donna umile e gentile”, così descrivono le parole poetiche alcune mie
alunne dell’Istituto L.Mangano di Catania, in seguito ad un laboratorio sulla
poesia e la fiaba da me stessa tenuto.
Lo scrittore Alves Rubem A. usa la definizione
“parole da mangiare”, io amo usare la metafora del “giardino delle parole”, che
dovrà essere ricco di diversi esemplari e di fiori di tutte le specie, per
poter vivere della sua integrale bellezza, nutrendo coloro che lo
visitano.
Reimparare a “fare parola”, serve a
individuare le personali gradazioni e
sfumature “cromatiche” e ad esprimersi utilizzandole.
Questa ricerca implica anche una
chiarezza d’intenti ed un accrescimento della propria sensibilità, grazie ad un
più profondo ascolto di se stessi e dell’altro. Ne deriva un miglioramento
della comunicazione, una crescita della fiducia e quindi una
trasformazione positiva della relazione o dello scambio in atto; giacchè la
parola, reintegrata dei suoi antichi valori, si fa strumento di bellezza e
consente agli interlocutori di raccontarsi e di
rispettarsi maggiormente.
Il nuovo parlare,
inteso come armonica chiave d’accesso agli altrui mondi, richiede un rispetto e una sensibilità
nell’ascolto della soglia altrui, ormai spesso dimenticato.
Le parole hanno quindi bisogno di essere dosate, abbellite,
decorate, persino cantate....
Per abituarsi a questo piacevole lavoro si possono usare la
poesia e la fiaba, come fonti di
ricchezza e di riscoperta dei propri paesaggi
interiori.
Scrive il pedagogista
e poeta trentino Mario Bolognese : “la poesia
sa riscoprire orme, anche nostre, che il vento sembra aver cancellato,
camminando sulla spiaggia della vita...”
Grazie all’ascolto, alla lettura e alla sperimentazione
creativa, la parola in tal modo diverrà
come una casa pronta ad accogliere un ospite: ripulita, profumata, non troppo
rumorosa, una parola che invita a sedersi e ad ascoltare, una parola angelo che
vuole svelare tesori remoti e non solo messaggi d’azione .
“Le parole poetiche, come alberi,
affondano le radici nella terra del cuore,
per poi innalzare i loro canti di foglie al cielo.
Dopo, se si resta ad aspettare, loro, le armoniose parole,
ritornano indietro come eco di angeli tra i brulli campi dorati...” CB
Insieme alla poesia, sia pensata, che vissuta e scritta, il racconto e la fiaba, citati da studiosi
come James Hillman[2], Maria Varano[3] e M.Bolognese[4], sono
gentili e democratici strumenti che
nutrono creando bellezza ed armonia, giacché permettono anche di riscoprire, riordinare, condividere,
ridipingere i propri paesaggi interiori:
“ Nonna Luna racconta
e la musica-vento
del suo cosmico respiro
ridona a chi sogna
l’usignolo smarrito”.
M.Bolognese
[1] Tratto dal Corano ( XIV, 24-25 )
[2] Autore di molti testi ,
quali: “ Le storie che curano. Freud, Jung, Adler“, “L'Anima
del mondo e il pensiero del cuore”, “ La
Giustizia di Afrodite”, “Cent'anni
di psicanalisi. E il mondo va sempre peggio” ....
[3] Autrice di “Guarire
con le fiabe, come trasformare la propria vita in racconto”, casa editrice
Meltemi.
[4] Autore di un articolo “Come guarire dalla psicologia con la poesia”
e di libri quali: “Come educare con
il mito. Per una cultura non sessista”
, “C'era una volta.
Crescere con i miti”, “Poesie d'amore dei
popoli primitivi. Manuale per l'educazione sessuale infantile, “L'alfabeto della
vita”
... Pensieri e ospiti invisibili...
RispondiEliminaIl proposito della poesia è ricordarci
Come è difficile rimanere una persona sola,
perchè la nostra casa è aperta,
non ci sono chiavi alla porta
e ospiti invisibili vanno e vengono. ( Milosz )
"Noi siamo come quadri
RispondiEliminadagli infiniti paesaggi
io di te non conosco che qualche nuvola,
tu di me, qualche foglia.
Come può un granello di sabbia
bastare per dire di conoscersi?"CB